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È venuto a mancare il Dottor Stefano Bondavalli, il Medico di Cittadella e Due Pini.

Ieri ci ha raggiunto la bruttissima notizia prima sussurrata, poi confermata. Quella di cui avevamo paura e di proposito avevamo cercato di confinare nell’angolo più remoto delle cose possibili.
È venuto a mancare il Dottor Stefano Bondavalli, il Medico di Cittadella e Due Pini.
Ricordo quando ho cominciato a lavorare a Cittadella. La Dottoressa Virginia Ruggerini, dopo qualche mese che l’avevo conosciuta e apprezzata come Maestra, mi ha presentato il Dott. Stefano: il suo successore. Era contenta perché il passaggio di testimone rappresentava, idealmente e localmente, un passaggio generazionale del servizio sanitario del territorio a due “ragazzi” nel pieno delle energie, un medico e farmacista quasi coetanei. Stefano lo conosceva da tempo e lo aveva visto impegnato negli Scout. Io…beh, ero capitato lì e dovevo fare il bravo.
In tutti questi anni, lavorando a contatto con lui, mi accorgo di averlo percepito esattamente come un compagno di banco, a scuola. Una persona che non scegli ma con cui convivi, e che impari a conoscere, ad apprezzare, costruendo intesa e aiuto reciproco per fare meglio i compiti.
Questo è esattamente quello che ho provato in questi anni.
Questa percezione credo l’abbia trasmessa anche ai suoi assistiti. Parlando di lui si riferiscono a Stefano, semplicemente. Non dicono “il Dottor Bondavalli”. E questo non per mancanza di rispetto, anzi: per la esatta percezione di sentirsi protetti da un Professionista e persona vicina, disponibile all’ascolto e pronta a intervenire.
E in questo senso leggo anche gli ultimi mesi, durante i quali ha mantenuto il più possibile la sua presenza e sostegno ai suoi assistiti, compatibilmente con gli obblighi delle terapie a cui si doveva sottoporre. Quando mi comunicava di doverle proseguire, e lasciava trapelare qualche indizio di sconforto, l’unica cosa che avrei voluto dire era che ero molto dispiaciuto, che il suo destino mi sembrava una profonda ingiustizia.
Invece non ci riuscivo. Gli dicevo che si era impigrito, ma che tutto sommato queste pause erano l’ideale per rimettersi in sesto e ritornare in sella nel pieno delle energie.
Mi ha lasciato, ci ha lasciato così, con la sua consueta frugalità. “Sono compiaciuto che anche tu la pensi così”, quando, qualche giorno fa, gli ho detto che aveva scelto come sostituti delle brave persone. Me lo ha detto nel suo modo semplice, sereno. Oggi vale come il suo saluto, ricordo, aiuto.